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Nel mese di Dicembre 2023, ho aggiunto alla mia “cassetta degli attrezzi” l’abilitazione come terapeuta EMDR certificato, uno strumento importantissimo non solo per la mia formazione teorica, ma soprattutto per il lavoro clinico in stanza di terapia con i miei pazienti.

EMDR è un acronimo che deriva dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, ovvero desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari. Si tratta di un metodo terapeutico strutturato, evidence based, utilizzato come trattamento elettivo trattamento di problematiche legate al trauma e allo stress, approvato dal nostro Ministero della Salute nel 2003, dall’American Psychological Association (2002) e dall’American Psychiatric Association nel 2004.

L’EMDR è stato anche riconosciuto nel 2013 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come trattamento efficace del trauma e dei disturbi ad esso correlati.

La ricerca più recente ha confermato l’efficacia dell’EMDR nella cura di diverse psicopatologie, tra le quali anche i traumi relazionali che sono alla base di tanti problemi psicologici.

La mia certificazione EMDR si integra perfettamente con la mia formazione sistemico relazionale e diventa un alleato potentissimo nella cura dei traumi da abuso narcisistico e della dipendenza affettiva.

Se necessitate di qualche informazioni in più, potete consultare il sito dell’Associazione EMDR Italia o contattarmi in privato. 

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I FALSI MITI CHE ALIMENTANO LE RELAZIONI TOSSICHE CON I NARCISISTI… MA NON SOLO!

Non tutte le relazioni sono mantenute in vita da sentimenti e bisogni emotivi sani e corrisposti; molte relazioni, purtroppo, sono alimentate anche da falsi miti e credenze errate sulle relazioni stesse, che tengono i partner intrappolati dentro una rete tossica all’interno della quale non si sta bene ma della quale si sente di non poter fare più a meno. Queste false credenze sono generate a loro volta da sentimenti di angoscia abbandonica infantile e da paure irrazionali.

Andiamo a vederne qualcuna più da vicino.

1. Credere di non poter avere più un’altra storia così intensa:quanti di voi hanno pensato, o pensano, che la gelosia asfissiante del partner sia sinonimo di amore? Che la “passione” con cui litigate è figlia dell’intensità dell’amore che vi unisce? Che non potrete mai essere capaci di amare e desiderare un’altra persona così ardentemente come desiderate lui/lei? Vi svelo un segreto: quella non è passione, non è amore… quella è dipendenza, è un amore malato. Il controllo, la gelosia, la possessività, non sono sinonimo di amore, ma di manipolazione e coercizione. Questa falsa credenza nasconde alla sua origine la paura di essere abbandonati e di rimanere da soli al mondo, ed è alimentata a sua volta da una grande mancanza di autostima. Quello che oggi vi sembra impossibile anche solo da pensare, in realtà accadrà anche contro tutti i vostri pronostici più negativi;basterà iniziare a rendervi conto di quanto veramente valete e di cosa meritate e che non confondiate il controllo e il possesso con l’intensità e l’amore passionale.

2. Credere che lui non amerà nessuno come ha amato voi: i suoi infiniti ritorni, le promesse di cambiamento, i lunghi periodi di love bombing dopo ogni rottura, la passione spesso incontrollabile, vi portano a credere che quelle siano la dimostrazione dell’amore incondizionato che il partner ha nei vostri confronti, nonostante tradimenti e umiliazioni. “Se torna sempre, vuol dire che prova qualcosa di importante per me!” “Con tutte le persone che gli vanno dietro, se sceglie di tornare da me è perché mi ama!” “Lui è così geloso di me, così possessivo perché ha paura di perdermi!” “Ha scelto ancora me!” Potrebbe pure darsi che, in qualche momento della vostra storia, il vostro partner vi abbia realmente messo in cima alle sue preferenze, ma sarete comunque state una preferenza tra le tante, forse solo la più accessibile e disponibile in quel momento. Le sue lusinghe, il suo corteggiamento serrato, non sono altro che la sceneggiata che queste persone devono mettere in atto per poter continuare ad avere il dominio ed il controllo su di voi e per poter continuare ad attingere energia per il loro ego da voi. La vostra paura incondizionata di perdere le sue attenzioni, di dover rinunciare a questi momenti illusori di felicità, vi porterà ad alimentare la falsa credenza che queste persone possano provare sentimenti sinceri per voi, che potrebbe rimanere tutto così perfetto se solo voi miglioraste il vostro atteggiamento, se diminuiste le vostre richieste… in poche parole, se rinunciaste a tutto quello che è importante per voi.Pensate sia amore questo?

3. Credere di non poter vivere senza di lui/lei: i rapporti tossici sono paradossalmente i più duraturi perché si fondano sul principio della co-dipendenza: anche se con modalità molto diverse tra loro, entrambi i partner dipendono dall’altro per poter sopravvivere. Ciascun soggetto trova nell’altro il soddisfacimento di bisogni emotivi profondi e questo rende difficile l’accettazione di una eventuale separazione, nonostante i traumi subìti. Ma mentre il partner tossico riesce a dissimulare tale bisogno attraverso la manipolazione e tutta una serie di atteggiamenti svalutanti nei confronti dell’altro, la persona dipendente ne rimane schiacciata. Il solo pensiero di non poter avere accanto la persona amata innesca una serie di reazioni fisiologiche e psicologiche incontrollabili molto simili alle crisi d’astinenza dei tossicodipendenti. Tali crisipossono sfociare in crisi ansiose e attacchi di panico, incapacità a rimanere da soli anche per brevi periodi, ricerca del sollievo dal dolore attraverso la ricerca costante di contatto da parte del partner, allo scopo di ottenere rassicurazione e poter andare avanti in questo pericolosissimo gioco di ruoli. Ancora una volta, la paura sottostante a questa falsa credenza è la paura di rimanere soli e di affrontare il vuoto che ne consegue. Ma in quel vuoto e in quei silenzi ci sei tu! Non devi aver paura di incontrare te stesso!

4. Credere che lui/lei sia veramente pentito: tutto quello che il partner tossico farà nel tentativo di recuperare la situazione, qualora siate stati voi a porre fine alla relazione o ad allontanarvi, sarà manipolatorio e costruito. Non ci sarà nulla di reale e concreto nelle promesse che vi farà. Non vuole voi; semplicemente non accetta che siate stati voi a stabilire la fine del vostro rapporto. Il suo comportamento saràfinalizzato allo scopo dell’ottenimento del controllo su di voi. Purtroppo, spesso si sceglie di credere che il pentimento sia reale; si trovano quindi mille giustificazioni ai comportamenti precedenti, fino quasi a dimenticare il motivo per cui si è scelto di interrompere la relazione. Credere alla sincerità di una persona che è priva di empatia, vi porterà a rivivere in maniera ciclica le violenze, gli abusi e i tradimenti che non sono spariti, ma sono solo stati messi in pausa! Sentirete di aver messo a tacere il lancinante dolore per l’allontanamento dalla persona da cui dipendete ma nello stesso tempo alimenterete in maniera distorta la vostra insaziabile fame d’amore. Anche cedere a questa illusione ha lo scopo di allontanarvi dalla vostra irrazionale paura della solitudine, come abbiamo visto nel punto precedente.

5. Credere di essere stata tu la causa principale della fine del rapporto: e che lui/lei abbia ragione nel ritenerti di poco conto. Vi sarete ripetuti mille volte le frasi “se solo fossi stato più paziente/tollerante/accomodante, meno invadente/pretenzioso/richiedente… forse lui/lei sarebbe ancora qui!” “L’ho fatto scappare io, con le mie richieste assurde e infantili di attenzione, con le mie insicurezze e la mia gelosia”. A poco vale sapere che quelle insicurezze ve le ha instillate proprio quella persona con i suoi “rinforzi intermittenti”. Un abbraccio dopo giorni di silenzio punitivo, un regalo inaspettato dopo una lite, non sono in questo caso sinceri slanci d’affetto in una relazione sana, ma strategie manipolatorie utili a mantenere il controllo su di voi e a instillarvi il dubbio sulla vostra responsabilità diretta nell’aver innescato certe dinamiche: “se non lo avessi provocato, non mi avrebbe dato quello schiaffo…” “se avessi risposto più velocemente al telefono, adesso lui non penserebbe di me che sono una traditrice…” Sono persone molto abili nel farvi credere che la responsabilità di ogni singola litigata e della stessa fine della relazione sia soltanto vostra: l’attenzione viene spostata sulle vostre reazioni e non sui comportamenti/umiliazioni che le hanno provocate. La dipendenza che vi lega in maniera tossica a questa persona e la scarsa autostima, vi porteranno piano piano a dimenticare il male subìto e ad assumere come corretto il pensiero dell’altro, determinando la costruzione di un’ulteriore distorsione cognitiva: “non sono all’altezza”.

6. Credere che il partner tossico/abusante possa avere un comportamento diverso, migliore, nei confronti della persona per cui vi ha lasciati. Oltre che infondata – dato che una persona abusante lo rimane a prescindere dal partner che ha accanto – questo falso mito cela una enorme mancanza di autostima, una erronea credenza che chiunque possa essere più interessante e attraente di voi, che non siate sufficientemente degni dell’amore della persona per cui tanto avete sofferto e lottato. Non è così!! Lui/lei vi ha scelti proprio per il motivo opposto: perché siete delle persone molto speciali, emotivamente e intellettivamente. Siete voi ad essere troppo per quella persona! Non potendo competere con voi e temendo il confronto, la persona tossica usa l’unica strategia possibile, ovvero indurvi a credere che quelli sbagliati siete voi.

7. Credere che riuscirete a salvarlo: di tutte le false credenze, probabilmente questa è la più pericolosa. Innanzitutto, dovete ricordare che i narcisisti non ammetteranno mai apertamente di avere un problema, pertanto rifiuteranno e svaluteranno qualsiasi tentativo di “salvataggio”, facendovi sentire inadeguati, sciocchi per i vostri “pensieri distorti” su di loro, indegni di poter stare al loro fianco proprio per il fatto di aver pensato che sono fallibili. Inoltre, metterli di fronte alla loro stessa sofferenza in modo aperto e diretto, pur se con i migliori propositi, avrà un effetto boomerang verso chi sta cercando di salvarli da loro stessi: inizieranno quindi a sfoderare il repertorio peggiore di rabbia, punizioni, tradimenti e minacce di abbandono. Tutti questi tentativi di salvare l’altro, vengono perseguiti con enorme costanza ed anche a discapito del proprio benessere psicologico. Ci sono anche in questo caso delle false credenze che sostengono la cosiddetta “sindrome della crocerossina”, che riguarda per lo più le donne, ovvero la credenza che amore significhi necessariamente sacrificio, rinuncia a se stessi in favore del benessere dell’altro, ritenuto prioritario. Si tende a credere, inoltre, che solo rendendosi indispensabili e provvedendo a qualsiasi tipo di necessità, l’altro finalmente proverà amore profondo e indissolubile. Anche in questo caso, tali false credenze sono supportate dalla paura dell’abbandono.

8. Credere che si possa avere un confronto finale in cui ricevere tutte le risposte che meritate di avere: la falsa credenza che queste persone possano rendersi conto del male che riescono ad arrecare, vi porterà a pensare di poter gestire in maniera costruttiva la fine della vostra relazione, con l’assunzione, da parte di ciascuno, delle reciproche responsabilità. Ma queste persone non tollerano il confronto diretto con chi è capace di smascherarle e di metterle di fronte alle loro responsabilità. Se non vi hanno mai ascoltato durante la vostra relazione, perché pensate che inizieranno a farlo adesso che non hanno più bisogno di voi? In ogni caso, se mai una persona del genere dovesse accettare di avere un confronto con voi, non riceverete mai le risposte che vi aspettate di ricevere. Si tratterebbe di un confronto impari, colpevolizzante e giudicante, in cui l’unico obiettivo del vostro interlocutore non sarà il chiarimento, ma la distorsione della realtà, l’amplificare il vostro senso di colpa nei suoi confronti, il lasciare volutamente alcune domande aperte in modo che possiate lacerarvi ulteriormente con i dubbi sul vostro effettivo ruolo nell’avere causato la fine della relazione.

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Amore sano e persone emotivamente risolte

Il modo in cui si parla delle relazioni, tende a sottolinearne spesso solo aspetti negativi e rischi connessi, piuttosto che evidenziarne i tantissimi punti di forza potenziali. Ed è proprio su questi punti di forza che oggi voglio soffermarmi e sul modo in cui sono evidenti quando i partecipanti alla relazione sono soggetti emotivamente maturi e risolti. Cosa vuol dire essere persone emotivamente risolte? Significa ad esempio sapere benissimo che per poter essere felici e soddisfatti all’interno di una coppia e’ indispensabile essere in primis INDIVIDUI soddisfatti e indipendenti. Per queste persone essere parte di una coppia rappresenta un valore aggiunto, qualcosa di nuovo e diverso che completa la loro già soddisfacente esistenza, non quindi una realtà totalizzante oltre alla quale tutto smette di avere senso e importanza.
Sanno perfettamente che stare in coppia vuol dire essere capaci di condivisione e scambio, di ascolto e rispetto reciproco. In una coppia emotivamente risolta, ciascun partner darà e riceverà fiducia, senza alcun bisogno di esercitare il controllo ossessivo sulla vita dell’altro e senza dover rinunciare ai propri valori e al proprio spazio. L’altro è considerato alla pari, non ci sono condizioni di subordinazione o sudditanza perché l’autonomia reciproca è rispettata e sostenuta. In questi legami ci si sente apprezzati e valorizzati; gli obiettivi del partner non vengono sminuiti ma sostenuti e
incoraggiati. Ci si sente liberi di essere se stessi senza la paura di essere giudicati o svalutati.
Non esistono manipolazioni o ricatti emotivi o, peggio ancora, dominio e controllo sulla vita del partner, per ottenere la sua attenzione.
Si perseguono degli obiettivi comuni senza che questi impongano il sacrificio degli obiettivi personali e la conseguente frustrazione e insoddisfazione di chi ha dovuto mettersi da parte in nome di un noi in cui non si sente più riconosciuto. I confini sono flessibili e sorretti da un substrato di fiducia reciproca, che permette la vicinanza degli altri senza per questo sentirsi minacciati di perdere l’oggetto del desiderio.
Tutto questo perché il partner viene visto nella sua totalità, come persona con una propria identità e non come un oggetto da possedere e controllare.
Quando queste storie finiscono, non si assiste mai allo spiacevole teatrino dello svilimento reciproco o dell’accanimento testardo e disfunzionale in una situazione tossica, ma permane il senso di rispetto e onestá nei confronti dell’altro e dei sentimenti che si sono condivisi.
Si elaborano i motivi che hanno determinato la rottura e ci si assume le reciproche responsabilità, senza condanne, ma accettando il fatto che si è umani, pertanto imperfetti e fallibili.
Se tutto questo ti sembra utopistico o irreale é perché stai ancora guardando alla tua vita con gli occhi dell’altro e non con i tuoi, stai ancora pensando che la tua unica possibilità di felicità è insieme all’altro, che sia possibile esclusivamente se tu fondi anima e corpo con il tuo partner. Non si può negare il fatto che i amore, quando è puro ed è vissuto nella libertà, sia un dono, ma deve appunto essere libero da ogni forma di tossicità, egoismo, ossessione e violenta.
Qualsiasi altra forma di rapporto non è sana né equilibrata. L’unico modo che hai per salvarti è uscirne fuori prima che sia troppo tardi.

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Vittimizzazione Secondaria e Victim blaming: quando si è vittime due volte.

Molto spesso, quando le mie pazienti mi raccontano le loro esperienze con i loro partner tossici ed abusanti, mi dicono di avere paura di scoprire di essere di fronte a qualcuno che non sia in grado di capire la profondità del dolore che hanno sopportato, che possa arrivare a mettere in dubbio i loro atroci racconti o che, peggio ancora, possa non credere alle loro parole e banalizzare la loro storia. Storie di abusi psicologici e morali, di manipolazioni e ricatti emotivi che sono vissuti spesso solo all’interno delle mura domestiche e che troppo spesso vengo taciute per vergogna, per rassegnazione, per sfiducia nelle capacità empatiche di chi si finge cieco e sordo di fronte a queste tematiche. Molte di loro hanno deciso di smettere di cercare aiuto e protezione da chi dovrebbe difenderle ed invece finisce per determinare quel fenomeno conosciuto come “vittimizzazione secondaria”, ovvero tutte quelle conseguenze psicologiche ed emozionali relative al contatto tra la vittima di un abuso ed un sistema giudiziario impreparato e superficiale.

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Il divorzio con un narcisista

Sappiamo bene quanto possano essere dannosi e pericolosi i narcisisti all’interno di una relazione, ma purtroppo possono esserlo molto di più quando affrontano una separazione o un divorzio in tribunale, soprattutto se di mezzo ci sono interessi economici e custodia dei figli. Tutto quello che abbiamo imparato su di loro e sul loro comportamento, i loro tentativi di manipolazione e distorsione della realtà, le loro menzogne, i loro ricatti emotivi, le loro vessazioni e i loro abusi emotivi, all’interno delle aule di tribunale si manifesteranno all’ennesima potenza, non solo perché il Narcisista vuole dare un’immagine perfetta di sé come essere umano e come genitore, ma anche perché vorrà vincere a tutti i costi e per farlo userà tutti i mezzi a sua disposizione.

Sappiamo che il narcisista tende a sentirsi superiore rispetto a chiunque altro e non avrà certo timore nel sentirsi superiore anche rispetto agli avvocati e alla legge stessa. Molte persone vittime di questi individui, hanno giustamente paura di non essere credute in tribunale e che giudici e avvocati finiscano per essere manipolati dall’arte affabulatoria e dalle menzogne del narcisista; per questo motivo è importante che scegliate un avvocato che conosca bene il Disturbo Narcisistico di Personalità, che sappia di cosa state parlando, che abbia ben chiaro che esistono altre forme di violenza -altrettanto gravi-  oltre a quella fisica, in modo che non rimanga vittima a sua volta delle manipolazioni di cui i narcisisti sono capaci e riesca a combattere per voi le vostre battaglie, in modo professionale ma agguerrito. Un avvocato che non sa nulla di questo disturbo, potrebbe essere indotto a pensare che molte delle cose che raccontate sono esagerazioni frutto della vostra gelosia o della vostra non accettazione della fine di un rapporto e potrebbe indurvi ad accettare accordi che non sono per niente vantaggiosi per voi.

Probabilmente se siete arrivati al punto di affrontare un narcisista in Tribunale è perché tutti i vostri tentativi di conciliazione sono caduti nel vuoto e avrete subìto ogni tipo di umiliazione e vessazione: vi avrà etichettato come madre inadeguata e negligente, attribuendovi magari un non precisato disturbo di personalità; vi avrà inondato di email in cui ricostruisce, con minuziosa attenzione al dettaglio, ogni vostra singola azione analizzandola al microscopio, allo scopo di crearsi delle prove circa la bontà delle sue affermazioni. Vi avrà sicuramente dato delle arriviste e delle arrampicatrici sociali interessate soltanto ai loro soldi; avrà rigirato mille volte ogni situazione per apparire lui la vittima della situazione e suscitare un senso di pietà in chi lo ascolta. Divorzio e genitorialità sono campi di battaglia molto allettanti per il narcisista: se avete dei bambini e questi sono ancora molto piccoli, userà il loro senso di lealtà per manipolarli e renderli a loro volta complici inconsapevoli delle umiliazioni nei vostri confronti. L’obiettivo è avere l’appoggio incondizionato dei figli e poco importa se per ottenerlo calpesteranno l’immagine materna, arrivando nei casi peggiori all’alienazione parentale (a questo link potrete leggere un articolo sull’argomento https://psycoblog.wordpress.com/2016/05/02/la-parental-alienation-syndrome-pas-patologia-o-problema-relazionale/ ).

Come si può tradurre tutto questo in un’aula di tribunale? Pensate che tutto ciò che fino a questo momento avete sperimentato nel privato, adesso avrà una manifestazione pubblica: per poter confermare la sua teoria, il narcisista non esiterà a diffamarvi pubblicamente, ricostruendo la realtà in maniera distorta e spesso falsa. Voi arriverete in tribunale sicuramente già provate ed esauste per tutte le manipolazioni, gli insulti, le vessazioni e le molestie morali che avrete subìto nel corso del tempo, mentre loro si mostreranno tranquilli e sicuri e approfitteranno di questa vostra debolezza proprio per provare a dimostrare che siete mentalmente instabili. Se nel passato vi ha spinto al limite con i suoi comportamenti, portandovi ad agire in modo aggressivo, utilizzerà questi episodi come prova della vostra inaffidabilità.

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Settembre: tempo di ritorni?

L’estate è definitivamente finita, si torna al lavoro e ci si avvicina all’autunno, la stagione più nostalgica di tutte, quella in cui è molto probabile che chi ha subito uno scarto da proprio partner narcisista, si trovi a dover fare i conti con un suo ritorno. Ritorno che sarà quasi sicuramente appassionato e romantico, condito da tutte le parole e le attenzioni che avete sempre desiderato sentirvi dire. Fate attenzione però! I narcisisti non tornano per amore ma sono capaci di giocarsi la carta della nostalgia quando si sentono soli, quando sono annoiati e/o quando hanno necessità di rifornimento energetico.I loro tentativi di ricontatto non saranno dettati quindi da sincero sentimento, ma da un tentativo di controllo (e conferma) della vostra dipendenza.Non fatevi cogliere alla sprovvista! Preparatevi a chiudere quella porta che avete lasciato socchiusa sulla speranza e sull’illusione…

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L’ABC del Narcisismo: dieci piccoli indizi per capire se la persona con cui hai una relazione soffre di un Disturbo Narcisistico di Personalità.

IMG_7599Nel corso della mia pratica clinica, mi viene rivolta spesso la seguente domanda: “Dottoressa, come faccio a capire se la persona che frequento è narcisista o meno? A volte ne ho la certezza, altre volte penso di essere io a soffrire di questa patologia!”

Premettendo il fatto che spesso, soprattutto all’inizio di una relazione, non è facile capire di essere di fronte ad una persona malata, perché nella fase del love bombing i narcisisti tendono a dare un’impressione impeccabile di sé, e che esistono diversi livelli di gravità associati a questa patologia che danno vita a quadri comportamentali diversi, proverò a stilare un breve decalogo delle caratteristiche principali della personalità dei narcisisti, utile a riconoscerli e a capire se la persona con cui avete una relazione ne è affetta.

E a mettervi in salvo.

Ps: queste caratteristiche sono valide sia per narcisisti uomini che per narcisiste donne, con le dovute differenze comportamentali legate alle differenze di genere sessuale. Continua a leggere “L’ABC del Narcisismo: dieci piccoli indizi per capire se la persona con cui hai una relazione soffre di un Disturbo Narcisistico di Personalità.”

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L’abitudine a soffrire del dipendente affettivo

Tra le cose più pericolose che possono capitare quando si instaura una relazione con un narcisista, ci sono l’abitudine e la dipendenza, sperimentate non solo nei confronti dell’oggetto d’amore perduto, ma anche nei confronti del dolore che si prova. Sembra assurdo e paradossale, ma è proprio così. Quando si è invischiati in relazioni tossiche, ci si abitua così tanto a soffrire che quando la relazione stessa si interrompe, si sperimentano delle vere e proprie crisi d’astinenza durante le quali pure il dolore più assurdo viene ricordato con nostalgia. Continua a leggere “L’abitudine a soffrire del dipendente affettivo”

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Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…

No, quello che sto cercando di dirti, usando le parole di De André, non è che il Narcisista può cambiare se tu ti impegni di più, se ami per due e perdoni ogni sua nefandezza. Non accadrà, purtroppo! Il Narcisista non è capace di provare sentimenti né empatia… anche se a volte può sembrare sinceramente innamorato, è solo perché è in grado di emulare ed imitare alcuni tuoi sentimenti, non di provarli… Quello che voglio dirti è che puoi però trasformare questo momento di dolore, di crisi, in un momento di crescita personale, di rinascita… Hai imparato a tue spese che se non sei tu per prima disposta a rispettarti, non lo farà mai nessun altro… che se non ti metti al primo posto nella classifica delle cose importanti per te, nessun altro potrà farlo. Adesso lo sai! Adesso sai che non puoi permettere più a nessuno di calpestare i tuoi sentimenti nobili e puri! Da tutto il dolore sperimentato trarrai uno degli insegnamenti più importanti di tutta la tua vita: NESSUNO PUO’ PRENDERSI CURA DI TE AL POSTO TUO!! Ricorda: anche il letame più sconcertante può diventare il migliore dei fertilizzanti…

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Ritornerò in ginocchio da te: gli infiniti ritorni del Narcisista

scacchi

“Ritornerò in ginocchio da te,
L’altra non è, non è niente per me
Ora lo so, ho sbagliato con te
Ritornerò in ginocchio da te…”

Così cantava Gianni Morandi alla sua amata dopo un tradimento che lo aveva indotto a comprendere – tardivamente – quanto fosse importante per lui la donna tradita.

Quasi come fosse il ritornello di una canzone un po’ vintage, quante volte vi siete sentite dire più o meno le stesse parole? E con la stessa convinzione nel cuore? Ne sono certa: infinite volte, come infiniti sono i loro ritorni. Perché loro tornano, tornano sempre, ed ogni volta con armi più affilate e strategie sempre più perfezionate. Un po’ come quando nei film polizieschi si dice che l’assassino torna sempre sul luogo del delitto. Solo che voi non siete realmente (e per fortuna) morte, e il narcisista torna spesso per vedere quanto ci mettete a farlo (metaforicamente e psicologicamente parlando). Se torna, spesso, è solo per completare l’opera di distruzione che non è ancora riuscito a portare a termine. Ha solo pulito meglio la lente nel mirino e sta mettendo a fuoco il prossimo punto debole verso il quale sparare.

Badate bene però, perché la frase successiva della canzone di Morandi dice:

“…io voglio per me le tue carezze…” 

IO voglio per me. Non le voglio dare a te, le voglio per me. Nessuna reciprocità. Nessuna relazionalità. Il pentimento, che fa tornare il fedifrago sui suoi passi, c’è ma è apparente, non è reale; è funzionale all’ottenimento di quello che viene definito “nutrimento narcisistico”, ovvero il rinforzo dell’autostima per aver ottenuto ancora una volta un appagamento del proprio bisogno narcisistico di riconoscimento; nel caso specifico, attraverso le tanto agognate carezze dell’amata, le stesse carezze che con ogni probabilità qualche giorno prima erano state ignorate o, peggio ancora, disprezzate. Continua a leggere “Ritornerò in ginocchio da te: gli infiniti ritorni del Narcisista”